Caricatura Marina e Davide

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Travel & Food

giovedì 25 ottobre 2012

Meteore: è questo il Paese delle meraviglie


C’era una volta un Paese magico, così inizia questo racconto…
Come Alice, anche io ho trovato il mio Paese delle meraviglie.
La sua è un’avventura  in un mondo sotterraneo, fatto di paradossi, assurdità e non compleanni.
La mia è ambientata in un paesaggio surreale, fatto di magia, illusione e spiritualità.
Alice ha seguito il Bianconiglio nella sua tana ed è caduta in uno strano tunnel.
Io ho attraversato in macchina la Tessaglia, tra bellissimi paesaggi, poi, all’improvviso, mi sono trovata tra questi strani pinnacoli di grigia roccia calcarea, modellati con cura e precisione dal vento e dall’acqua, come in una foresta pietrificata…
Uno spettacolo che affascina e allo stesso tempo intimorisce…
E così, come Alice oltrepassa la porta per trovare il suo giardino, anche io decido di entrare in punta di piedi in questo strano mondo incantato.

Sulle cime di questi vertiginosi torrioni naturali che si innalzano dalla pianura, si intravedono delle costruzioni, forse dei castelli…
A un’osservazione più attenta però, si scoprono splendidi monasteri, che si fondono con le rocce che li sostengono, in un’unione perfetta.
Ma come hanno fatto a finire lassù?
Cammino con la testa rivolta verso l’alto in cerca di una spiegazione…
Forse un gigante, sicuramente arrabbiato con gli umani, ha strappato i monasteri dalla terra e per dispetto li ha adagiati sopra questi strani pinnacoli, condannando i monaci a una vita da eremiti…
Mi avvicino sempre di più, e scopro che queste torri naturali si chiamano Meteore, che significa “sospeso in aria”.
Nessun gigante ha veramente abitato questo luogo inaccessibile, ma proprio l’isolamento e la  natura selvaggia hanno assicurato ai suoi abitanti una valida protezione contro le invasioni di popoli non proprio amichevoli.
Gli eremiti infatti, scelsero queste inospitali rocce come loro dimora, e ben presto il loro esempio fu seguito dai monaci, che, innalzandosi su questi picchi, si allontanavano dalla vita terrestre avvicinandosi sempre più al loro Dio.
In effetti ho proprio l’impressione che queste costruzioni siano più vicine al cielo che alla terra…


Nonostante la loro natura assolutamente umana, c’è qualcosa di straordinario in esse, di magico.
Fino al secolo scorso l’accessibilità ai conventi era interdetta a chiunque non fosse un religioso, e i metodi utilizzati per accedervi erano del tutto particolari e alquanto pericolosi: reti manovrate da argani e scale di corde removibili!
E allora come hanno potuto costruirli??
Forse l’ipotesi del gigante non è poi del tutto sbagliata…
Uomo e natura per una volta, coesistono in armonia, senza contrasti e sopraffazioni dell’uno sull’altra: un’opera immensa!
Osservando questo spettacolo dalla pianura mi sento come Alice…forse anche io ho bevuto qualcosa che mi ha fatto rimpicciolire!
La maestosità di questo paesaggio mi fa sentire piccolissima!
Ma quel pasticcino che fece diventare enorme Alice, ha lo stesso effetto su di me, perché, salendo i 140 scalini scavati nella roccia che conducono al Moni Agias Triados, ho la sensazione di diventare sempre più grande.
Ammirando dall’alto la pianura perdersi all’orizzonte tra le torri di roccia la sensazione è unica: mi sento un gigante!!
Non è importante credere in un Dio o in qualcosa di extra terreno, qui tutto è più vicino al cielo, sacro e profano, fede e spiritualità, umano e divino..
“..non siete altro che un mazzo di carte..” è così che Alice si risveglia e il suo sogno finisce.
La mia però non è un’avventura di fantasia, ma è un sogno da vivere ad occhi aperti, per assaporare la magia di questo Paese delle meraviglie…
Da non perdere: il panorama vicino alla croce bianca del Moni Agias Triados
Cosa mangiare: moussaka: la migliore mai assaggiata!
La colonna sonora: "The woman and the stone" (Andreas Vollenweider)

Il libro da portare: ”Le avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie” di Lewis Carroll
Curiosità: Alessandro magno fu re di Tessaglia, ed è proprio da qui che proveniva il suo inseparabile cavallo Bucefalo. Infatti nella regione si era soliti marchiare questi animali con la lettera greca "alpha", rappresentata in alfabeto arcaico proprio da una testa di bue. Il legame tra Alessandro e il suo cavallo fu inscindibile per quasi un ventennio, solo la morte li separò.
La leggenda parla di un rapporto di speciale affinità, quasi come se Bucefalo fosse lo specchio di Alessandro Magno, un suo doppione metaforico.

1 commento:

  1. Come sempre leggeri è fare uno splendido viaggio insieme a voi... Domani lo leggeró a Vicky, apprezzerà molto la sua Mina come Alice nel paese delle meraviglie!
    Love !

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