Caricatura Marina e Davide

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giovedì 27 novembre 2014

Lanzarote: la terra dei vulcani


A chi di voi ci credeva in qualche paese esotico a intrecciare cestini di paglia su una spiaggia bianca, rieccoci!

Il lungo silenzio purtroppo non è dovuto a una fuga oltre oceano per cambiare vita (quello è il desiderio ancora racchiuso nel nostro cassetto pieno di sogni), ma a un periodo intenso, fatto di alcune decisioni prese e altre, per il momento rimandate, cambiamenti lavorativi e di vita.

Abbiamo messo un punto, e da qui pronti a ripartire!

In questo lungo periodo però, un bel viaggio lo abbiamo fatto, un viaggio che ci è servito a recuperare energie e pensieri positivi, che ci ha fatto conoscere un'altra isola e soprattutto ci ha portato in luoghi bellissimi, che ancora oggi ricordiamo con piacere e un po' di nostalgia.

Dopo aver conosciuto e amato Fuerteventura, siamo tornati alle Canarie, alla scoperta di Lanzarote.


E così come ci aveva conquistato Fuerteventura, Lanzarote ci è entrata nel cuore.

I motivi però sono diversi, così come sono diverse le due isole, seppure così vicine.

Più di 300 crateri, che nel 1730 diedero vita a una terribile eruzione durata sei anni, che trasformò per sempre l'aspetto dell'isola: un mare di lava che si estende fino all'oceano.

All'interno del Parco Naturale del Timanfaya sembra di entrare in un altro mondo, lava solidificata e crateri che nascondono, pochi metri sotto la terra, la potenza del vulcano


Un paesaggio che affascina e allo stesso tempo incute un po' di timore, come a ricordarti che nulla può l'uomo contro la potenza della natura.

La cosa più incredibile è che tutta l'isola si è adeguata al vulcano...nonostante la devastazione lasciata dalla lunga esplosione, l'isola è viva e produce anche prodotti di qualità!

Nella parte nord occidentale dell'isola, nella regione denominata La Geria, gli abitanti hanno iniziato, con fatica e dedizione, a coltivare la vite, diventando la più grande produzione di tutte le Isole Canarie.


Piccoli muretti in pietra semicircolari, riparano la vite dagli Alisei, mentre la lava, tritata finemente, aiuta le piantine a crescere e a produrre vino che niente ha da invidiare alle più famose etichette!

Terra di contrasti: la distruzione e la rinascita!

E poi c'è l'Oceano, con spiagge lunghissime, di fine sabbia bianca o di ciotoli neri di lava modellati dall'acqua e dal vento.

La Riserva del Papagayo, nel sud dell'isola, è una perla che guarda dritto verso l'isola dirimpettaia, tre spiagge incontaminate e alcune piccole calette, disegnano uno spettacolo naturale unico lungo la costa.


Armatevi di scarpe da ginnastica, acqua e crema solare e avventuratevi a piedi nella Riserva, fermatevi fino a sera per ammirare uno dei tramonti più suggestivi  mai visti. 

Mare cristallino e spiagge bianche, per un attimo fanno dimenticare l'altro mare, quello di lava che ci siamo appena lasciati alle spalle.

Poi c'è un'altra prospettiva per conoscere quest'isola: dall'alto.

Noi consigliamo, più che il famoso Mirador del Rio, di percorrere la strada che va da Teguise ad Haria, e raggiungere la chiesetta dedicata alla Virgen de las Nieves

Da qui potrete ammirare le alte scogliere che affacciano sull'immensa spiaggia di Famara e uno splendido paesaggio dell'interno dell'isola, preparate le vostre reflex e respirate a pieni polmoni!


Non possiamo raccontare Lanzarote, senza parlare del suo "vate" Cesar Manrique. Originario dell'isola, figura eclettica, artista, ecologista e molto legato alla sua patria.

A lui va il merito di aver preservato l'aspetto originario dell'isola, nessuna costruzione a deturpare il paesaggio, solo case bianche e porte colorate che si inseriscono perfettamente nel contesto naturalistico isolano.

Alcune "attrazioni" firmate Manrique, le abbiamo trovate un po' troppo "turistiche" e molto poco caratteristiche, ma traspare comunque la dedizione dell'artista-architetto per questa splendida terra.

Il nostro consiglio, per chi si appresta a partire per Lanzarote, è quello di affittare un'auto e girare senza meta, senza seguire itinerari prestabiliti, ma facendovi guidare solo dall'istinto!


Perdetevi tra le strade che si addentrano nell'isola e in quelle che costeggiano l'Oceano, visitate Teguise, Haria e San Bartolomè, passate da Las Brenas e fermatevi per un panino con pesce fresco nel piccolo ristorantino di Femes.

Affittate una tavola da surf e lanciatevi tra le onde della spiaggia di Famara, e se non siete così temerari, concedetevi almeno una lunga passeggiata sulla sua battigia.

E la sera, prima di tornare a casa o in albergo, fermatevi lungo la strada, spegnete il motore e scendete dall'auto ad ammirare le stelle, rimarrete sorpresi dal cielo sopra Lanzarote!


Da non perdere: Il tramonto sulla spiaggia di Papagayo

Cosa mangiare: Panino con pesce grigliato e mojo verde accompagnato da un bicchiere di vino bianco della Bodega El  Grifo la cantina più antica di Lanzarote

Il libro da portare: "Lanzerotto Malocello" di Gozzano Umberto

Colonna sonora: Lilly Wood & The Prick and Robin Schulz - Prayer in C (Robin Schulz Remix)

Curiosità: Lanzarote ha vissuto nella sua storia una terribile Era dei Pirati! La popolazione per sfuggire alle scorrerie dei pirati fu costretta ad abbandonare le zone costiere e a rifugiarsi verso l'interno dell'isola. Trovarono il riparo più sicuro all'interno di grotte e coni vulcanici, la più famosa delle quali è ancora visitabile oggi: la Cueva de los Verdes! La Cueva protesse per più di quattro secoli la popolazione locale dalle scorrerie turche, dei mori e non ultimi dei cristiani.








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