Le due città sono molto vicine e lo spostamento è veloce, arriviamo nell'area di sosta di Sparafucile, un parcheggio ben attrezzato e ombreggiato da numerosi pioppi.
E' in una zona strategica, a soli 800 metri dal centro città, si attraversa il Ponte San Giorgio grazie a una comoda ciclabile che poi costeggia amabilmente il Lago.
Non abbiamo ancora inforcato le biciclette e Mantova ci presenta la Casa di Sparafucile, una costruzione medievale ben tenuta che un tempo proteggeva l'accesso alla città, e che ci riporta subito alla mente il Rigoletto.
Proprio nel Ducato di Mantova del sedicesimo Secolo, Giuseppe Verdi ambientò la sua opera, una storia d'amore, tradimento e vendetta.
Rigoletto, buffone di corte del Duca di Mantova, per vendicare il disonore della figlia aggirata dal Duca, medita una terribile vendetta.
Ma il sicario Sparafucile, assoldato per uccidere il Duca, sparerà per errore proprio alla ragazza, un tragico epilogo per porre fine alla triste storia.
Ci lasciamo alle spalle le verdiane vicende di Rigoletto e Sparafucile, e attraversiamo il Ponte San Giorgio, seguendo la pista ciclabile che percorre un lungo tratto del lago.
Siamo indecisi e anche un po' impreparati, lago o fiume?
Scopriamo che in realtà sono tre laghi artificiali formati dalle anse del fiume Mincio: Superiore, di Mezzo e Inferiore.
Fino al Settecento i laghi erano quattro, il Paiolo però degenerò in palude e infine si prosciugò.
Pedalare lungo il lago è bellissimo, e sappiamo già che torneremo più tardi per un pic-nic.
Entriamo nel centro storico e arriviamo nel cuore della città: Piazza delle Erbe.
Siamo circondati dalla storia, la Rotonda di San Lorenzo in stile romanico, Palazzo del Podestà, progettato nel 1200 per ospitare la massima carica cittadina, Palazzo della Ragione con la Torre dell'Orologio astrologico, che fin dal Rinascimento indicava agli abitanti quando seminare, quando imbottigliare il vino e perfino quando sposarsi!
La torre, come altri monumenti della città, è stata colpita dal terribile terremoto del 2012, ma la città sta lavorando alacremente per sanare le dolorose ferite inflitte dalla catastrofe.
E poi un'insolita abitazione in stile orientale attira la nostra attenzione, è la Casa del Mercante.
Un commerciante di nome Boniforte da Concorezzo, costruì la propria casa in ricordo dei viaggi in Oriente e, nell'architrave sopra al portico, si possono ancora distinguere le incisioni degli articoli che il mercante vendeva nella sua bottega, un'antenata delle moderne insegne!
Questa mescolanza di stili caratterizza tutta la città, e ciò è riconfermato poco più avanti, alla Basilica di Sant'Andrea, che ci conquista con facilità e diventa la nostra "scoperta mantovana" preferita.
Questa mescolanza di stili caratterizza tutta la città, e ciò è riconfermato poco più avanti, alla Basilica di Sant'Andrea, che ci conquista con facilità e diventa la nostra "scoperta mantovana" preferita.
La Chiesa appartiene al genio di Leon Battista Alberti, anche se i lavori di realizzazione continuarono ben dopo la sua dipartita, e si conclusero nel 1494.
Il progetto prevedeva la ristrutturazione di un edificio religioso preesistente, a cui appartiene il campanile gotico del 1414, ma andò ben oltre e coinvolse molti artisti famosi.
Una grande navata unica centrale ci accoglie, i numeri parlano da soli: 103 metri di lunghezza, 19 di larghezza e 28 di altezza.
Sopra le nostre teste una splendida volta a botte con finti cassettoni, ai lati le cappelle, tra cui la tomba di Andrea Mantegna, e poi la Cripta che custodisce i Sacri Vasi, contenenti la terra intrisa del sangue di Gesù.
E infine la splendida cupola, progettata da Filippo Juvara, che lascia filtrare la luce del sole e rende tutto ancora più suggestivo.
Il commento innocente, ma allo stesso tempo molto sagace, della nostra piccola compagna di viaggio, Vittoria di 5 anni, ci fa capire che questo capolavoro rinascimentale non lascia indifferenti neanche i bambini..."CeLto che Gesù ha proprio una bella casa"!
Proseguiamo, perchè sono ancora molte le cose da vedere e noi non vogliamo perderci nulla.
Mantova ci offre i suoi maestosi palazzi: Palazzo Ducale, residenza principale dei Gonzaga, Palazzo Te, villa dedicata allo svago e ai ricevimenti, e il Castello di San Giorgio, con le sue quattro torri, il fossato e i ponti levatoi per difendere la città.
Mantova è cultura: il Teatro Sociale, "Massimo" cittadino, e il piccolo Scientifico del Bibiena, un gioiello Settecentesco inaugurato nel 1769 da un Mozart quattordicenne.
E poi la Casa di Giulio Romano e quella del Mantegna, artisti di corte dei Gonzaga, e ovviamente quella del buffone Rigoletto.
Mantova è Virgilio, a cui la città ha dedicato una statua e una bellissima Piazza, dove è possibile rilassarsi all'ombra dei platani.
Perchè Mantova è tutto questo e molto altro ancora: è pedalare lungo il lago, è prendere il battello al tramonto per vedere la città da una prospettiva insolita, è tradizione culinaria, con tortelli di zucca e sbrisolona, è il "Mantovano volante" Tazio Nuvolari.
Mantova ci lascia il ricordo di una città vivibile, che fa convivere in armonia storia e natura, cultura e attività all'aria aperto, e che ci ha regalato una notte bianca per permetterci di conoscere anche il suo lato mondano e notturno.
La nostra visita è terminata, ma prima di tornare a casa manca ancora un appuntamento, per noi molto importante, che vi racconteremo nella prossima puntata di questa trasferta mantovana.
che bello condividere con voi quest'esperienza! Mantova ha saputo conquistarci tutti.
RispondiEliminaAlla prossima avventura!!
Ma quando ripartiamo?! Noi siamo già pronti!!
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