Caricatura Marina e Davide

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Travel & Food

sabato 26 maggio 2012

Atene: mito e realtà!



Quando abbiamo programmato la vacanza a Zacinto, non trovando voli diretti per l’isola, abbiamo fatto scalo ad Atene.
Vista l’occasione ho fatto di tutto per prenotare i voli così da poter visitare la capitale greca.
Non appena scesi dal piccolo bi-elica in arrivo da Zacinto abbiamo lasciato le valigie in aeroporto e con la nuova e pulita metropolitana (rimessa a nuovo per i Giochi Olimpici del 2004)  abbiamo raggiunto il centro.
Ero emozionata, perché fino a quel momento avevo visto Atene solo sui libri di storia e alla televisione.
Sui libri avevo studiato la sua grandezza, artistica e culturale, prima città al mondo ad adottare una forma di governo democratica, diede i natali ai più grandi filosofi del secolo Socrate, Pericle e molti altri, qui nacquero l’Accademia di Platone e il Liceo di Aristotele, per antonomasia definita la culla della civiltà occidentale.
A renderla ancora più affascinante ha contribuito la mitologia, con la leggenda di Zeus che costruisce la dimora di tutti gli dei, e sceglie per questo la montagna più alta di tutta la Grecia, l’Olimpo.
E poi però c’è la televisione, che racconta un’altra storia, un’altra città, con più di 4 milioni di abitanti, con un’urbanizzazione indiscriminata e con seri problemi di smog. Ci parla della crisi che proprio in questi anni a messo in ginocchio la Grecia (e non solo), ci parla del malcontento della gente, della disoccupazione, degli scontri tra studenti e polizia e soprattutto di nuovi poveri.
Una città di contrasti, dove i fasti e la grandezza del passato sono solo un lontano ricordo per i suoi abitanti, costretti a fare i conti ogni giorno con la realtà.
Il tempo delle considerazioni è però finito, siamo al capolinea e inizia la visita!
Appena pochi passi fuori dalla metropolitana e subito troviamo i primi scavi. Si tratta dell’ antica Agorà, la piazza del mercato di Atene, nella quale si svolgeva tutta la vita sociale della città.
E’ così strano che la storia di Atene ci si presenti in questo modo, tra negozi di souvenir, bancarelle e palazzi di cemento, ci sembra quasi depredata della sua importanza e magnificenza.
Per primo visitiamo il Tempio di Efesto, contiamo tredici colonne sul lato più lungo, è ben conservato ed è un chiaro esempio di stile dorico, poi la Stoà di Attalo e la Chiesa dei Santi Apostoli.
Ci incamminiamo quindi sul sentiero in pietra che porta all’ Acropoli, una rocca in cima alla quale c’è un grande pianoro disseminato di templi.
All’entrata davanti alla Porta Beulè, siamo letteralmente travolti da un fiume di turisti appena sbarcati dalle navi da crociera. Tutto è frenetico e caotico. Aspettiamo che la ressa si dilegui e poi finalmente facciamo il nostro ingresso nell’ Acropoli.
Il primo incontro, subito dopo i Propilei che segnano l’ingresso, è con il Tempio di Atena Nike, mitologica dea della vittoria, ecco spiegato il perchè la famosissima azienda produttrice di abbigliamento sportivo ha scelto proprio questo nome!
Il tempio non è aperto ai visitatori e quindi andiamo oltre e inaspettatamente ci appare il Partenone! Non eravamo preparati, forse perché lo aspettavamo come gran finale, ma invece è davanti ai nostri occhi... e a quelli di altre centinaia di persone...
Monumento simbolo, rappresenta la massima espressione architettonica greca.
Il suo nome deriva da una statua d’oro e avorio (che gli addetti ai lavori chiamano crisoelefantina) raffigurante Atena.
Le sue vicissitudini sono piuttosto travagliate: distrutto dai Persiani, ricostruito da Pericle durante il suo governo, trasformato in chiesa e poi in moschea, deposito di armi sotto l’Impero Ottomano e nuovamente devastato dai Veneziani.
Grazie ai finanziamenti per i Giochi Olimpici e a quelli giunti dall’ Unesco, è in corso un imponente progetto di restauro che riguarda l’intera area, purtroppo le impalcature tolgono un po’ di fascino, ma camminando in questa altura rocciosa ovunque si respira storia!
Raggiungiamo poi l’ Eretteo per fotografare le sue famosissime fanciulle di marmo: le Cariatidi!!
Siamo in vacanza con i miei genitori ed essendo io la più giovane le battute su chi è la cariatide più vecchia si sprecano, ma la goliardia si smorza non appena scopriamo che in realtà le statue non sono quelle originali, ma delle riproduzioni!
Anche questa scoperta mina un po’ il nostro entusiasmo, ma ci rianimiamo subito leggendo sulla nostra guida che, secondo la mitologia, proprio in questo tempio si svolse la battaglia tra Atena e Poseidone per il predominio della città. La leggenda racconta che il Fato aveva previsto per la città un futuro prospero e ricco: sarebbe diventata la più potente di tutta la Grecia. Atena e Poseidone entrarono in conflitto per accaparrarsi la protezione della città, ma neppure Zeus riuscì trovare un accordo tra i due. I cittadini decisero quindi che entrambi gli dei avrebbero fatto un dono alla città. Poseidone concesse ai cittadini un cavallo, simbolo di forza e coraggio, mentre Atena regalò un ulivo, rappresentazione di pace e serenità. Tutti concordarono nel dire che la guerra può portare ricchezza e potere ma anche incertezza e distruzione, mentre la pace, è  sicura e duratura. Atena divenne quindi la protettrice della città e le diede il suo nome.
Ci immaginiamo battaglie a suon di tridente e l’entusiasmo non tarda a tornare.
Raggiungiamo il belvedere, segnalato dai colori bianco e azzurro della bandiera greca: il panorama è suggestivo.
La Plaka, il più caratteristico quartiere della capitale, è sotto di noi, poi vediamo la Collina del Licabetto, il Tempio di Zeus e il Teatro di Dioniso, tutto emerge da un mare di cemento che ha invaso la città, e poi laggiù, in lontananza il mare, quello vero, e forse intravediamo anche delle isole.
Raggiungiamo il Tempio di Zeus, che visto dall’ alto sembra grandissimo. L’impressione avuta era corretta, i numeri che leggiamo lo spiegano: 96 metri di lunghezza e 40 in larghezza, 104 colonne (questa volta corinzie!) ognuna alta 17 metri.
Le 15 colonne rimaste in piedi rendono perfettamente l’idea della grandiosità di questa costruzione, a mio modestissimo avviso è ancora più bello del Partenone!
Attraversiamo la città a piedi per assaporare ancora un po’ di Grecia ma invece di templi e resti antichi, incrociamo una manifestazione di lavoratori in sciopero scortati dai mezzi pesanti della polizia in assetto anti sommossa.
La tensione è forte, e decidiamo quindi di raggiungere la metropolitana.
Lasciamo una città dai forti contrasti, storia, mito e leggenda si confrontano con la realtà attuale: globalizzazione, precariato e povertà.
E’ ora di andare all’aeroporto recuperare le valigie e tornare a casa.

Da non perdere: Il Tempio di Zeus

Cosa mangiare: un pita gyros tra le stradine della Plaka


Il libro da portare: “ L’occhio di Zeus – disavventure della democrazia” (di Luciano Canfora)

Curiosità: La storia della Grecia è ricca di miti e leggende (e io ne vado matta!). Una di queste narra che una donna di nome Aracne un giorno si vantò di essere una tessitrice migliore di Atena e sfidò la dea. Atena accettò, e realizzò una tela che raffigurava il suo scontro con Poseidone, mentre la donna rappresentò in modo sarcastico Zeus e le sue amanti. Atena impazzì dalla rabbia, distrusse la tela e trasformò la rivale in un ragno obbligandola a tessere per l’eternità.
La morale? Mai fare arrabbiare una donna!!!

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